1. Prevedere l'abbandono del mezzo!
ehehehehehehe
Lo sapevo che quel punto avrebbe suscitato un vespaio...
Però con il massimo rispetto mi permetto di ricordare che questo è un forum di motociclanti non di filosofi...
Caro Oetzi, ho letto con molta attenzione i punti di Overland e lo scritto in generale mi lascia con un sottile sapore amaro in bocca.
Ho conosciuto tantissimi "viaggiatori" disposti a immolare tutto sull'altare del "viaggio": qualunque abitudine, qualunque "bene terreno", qualunque confort che ne potesse solo scalfire l'ascetica purezza...
Il viaggio come fine ultimo e come vera e ultima filosofia di vita.
E giù mazzate con chi non se la sente di fare 11.000km a piedi, con chi si vuol portare un piccolo confort da casa, come se la sofferenza fosse l'unico mezzo per assaporare culture lontane. Come se il "bagaglio" fosse sempre in ogni modo impiccio e disturbo.
Non sono d'accordo o per lo meno concepisco il viaggio in altro modo.
Gustare con rispetto luoghi e popoli differenti CON LA MIA MOTO, fida compagna di viaggio e se
sono costretto a fare scelte estreme... semplicemente l'errore l'ho già fatto.
So che hai tantissima esperienza di viaggi nel mondo: io ne ho un pochino in mare, cosa che da quanto scrivi, forse farai in futuro.
In mare è chiaro fin dai primi minuti una cosa: se ti trovi in condizioni di lasciare la tua barca, sei morto.
Indi...
Anche se con stima immutata,Oetzi, non posso che appoggiare in pieno
Paulposition.
Anch'io sapevo di andare a stuzzicare l'ego di alcuni...
Vedi CHiP, Paulposition è rimasto colpito dal primo punto dei nove che ho scritto. Quel punto scotta, ma da esso
discendono i punti seguenti: quelli che fanno sì che - pur dovendo per forza di cose, al di là delle filosofie, appunto! - prevedere l'abbandono della moto (in un certo senso lo facciamo ogni volta che usciamo dal garage) perché potremmo avere un incidente o potrebbe rompersi a tal punto o in un luogo tale che il recupero sarebbe troppo costoso, il doverle dire veramente addio sia ridotto al minimo.
Fra l'altro quel punto, che qui suscita un vespaio, è diretto a chi sogna l'avventura e poi si compra il mega-Adventure all'ultima moda e vuol dire una cosa molto semplice: che puoi pure spendere 15 o 20mila euro per la moto, ma una traversata del continente euroasiatico la mette volente o nolente a repentaglio. E
se ti sei acceso un mutuo per comprarla, dovrai dirle addio nel modo peggiore: niente moto, niente recupero perché non hai i soldi, niente altre moto per un bel pezzo. Per questo in Mongolia non ne ho visto neanche una: perché se hai speso così tanto, o sei uno di quelli con "tutto al seguito" e con tanti soldi (tuoi o degli sponsor), oppure sei fottuto e non parti neanche. Ne conosco tanti così.
Chi sta qua dentro a questo Club, ci avrà pure speso parecchi soldi sulla sua moto, ma è già in un giro diverso, che - come dicevo sopra - di solito bada più alla sostanza: sostanza nel motore, nel telaio, nell'affidabilità, nello sganciarsi dalle mode ecc. ecc.
Il punto 1 altro non è che "non fare il passo più lungo della gamba" e parlo proprio in termini economici! Molti dei potenziali overlander "tengono famiglia". Quel possibile abbandono della moto (=decisione di non sostenere i costi di recupero) equivale a non mettere a repentaglio la loro sicurezza economica. E quello stesso punto 1 è facilmente aggirabile con una buona assicurazione. Se i costi per te non sono così alti, è chiaro che non sei costretto ad abbandonarla!
Il punto 1 è un fatto puramente economico, che però può inficiare l'incolumità del viaggiatore stesso.
Per me "filosofia" è proprio dire "la moto non si abbandona mai". E' ridicolo! E se ti cade in un crepaccio o si distrugge e riprenderla ti costa 30.000 euro che fai, ti lasci morire con lei? Come un comandante e la sua nave? :cop: Ma andiamo, queste sono cose infantili e NON realistiche.
Come è una fesseria immolare tutto per il viaggio. Tutto cosa? Ciascuno ha il suo limite. Io non voglio perdere mia moglie e mia figlia, ad esempio. Qualcun altro non vuole farsi torturare. Qualcun altro ancora non vuol perdere le gambe. Di viaggiatori che immolano tutto, non ne ho mai conosciuti, esistono solo nei fumetti.
Quanto al tuo discorso sulla barca: mi tocca ripetere ancora una volta che sto parlando di VIAGGI-OVERLAND-IN-SOLITARIA-IN-MOTO. OVERLAND vuol dire sulla TERRAFERMA! E' chiaro che per un viaggio per mare al punto 1 stabilirei il postulato: non abbandonare mai la tua barca. A meno che tu non abbia scialuppe di salvataggio o altri mezzi di evacuazione adeguati. E da lì discenderanno considerazioni diverse.
Anch'io ho speso più di mille euro per riportare la mia in patria e poi andarmela a riprendere a Berlino, spendendo in totale 2000 euro. E qualcuno mi suggeriva di mollarla là. Non l'ho fatto proprio perché volevo ancora girarci, come dice Karbo: non è che io non provi alcun "affetto" per quella ferraglia. Ma mi ero cautelato all'inizio del viaggio. Se proprio fosse andata male, avrei potuto proseguire senza rovinarmi la vita per i successivi 10 anni.
Spero di essermi spiegato, visto che sono conosciuto per essere un tipo fin troppo "affettivo".
E qui sotto vi do il link al diario di viaggio, tuttora in corso, di due grandi overlander che ho incontrato in Mongolia. Le hanno provate tutte per entrare in Cina con le loro Africa Twin. Tutte! Non ci sono riusciti perché quest'anno è impossibile, e allora leggete qua che cosa hanno fatto. Perché ci vuole più fegato ad abbandonarla e a comprarsi una moto cinese da 300 euro che perde benzina e pezzi dopo pochi km, con tutti che pensano "bella forza", che a fare i filosofi.
E uno di loro, con l'Africa Twin, ha "circumnavigato" da solo l'INTERO continente africano per davvero, prima di arrivare alla frontiera tra Mongolia e Cina! Sai quante gliene sono capitate, e quanto ha resistito prima di lasciarla? Questo, intendo!
Ora, Paulposition gli avrà pure tolto la patente di "motorista", ma credo che uno così sia non solo un grande viaggiatore, ma anche un grande motociclista. Ci vuole fegato (e non soldi) a cambiare moto come ci si cambia un paio di scarponi, nonostante l'avesse soprannominata
Mothership , e saltare in sella a un'altra moto che è un cesso che ti fa saltare i denti dalle vibrazioni.
Mica è una persona, una moto. Ma questo fa parte dei valori che uno si dà e del terreno di gioco che si sceglie.
Link:
HARD WAY HOME (altro che Long Way Round...)